Cosa rende una katana una lama degna di leggenda? Non è solo l’acciaio o la curva perfetta: è il filo, quella linea viva che esige rispetto, tecnica e pazienza. In questa guida imparerai perché l’affilatura è un atto di conservazione, quali strumenti e tecniche usare, quando rivolgersi a un professionista e come mantenere il filo per generazioni.
Evoluzione e fasi dell’affilatura e lucidatura della katana
La storia dell’affilatura della katana è ricca quanto la leggenda che circonda i samurai. Comprendere la sua evoluzione aiuta a valorizzare ogni fase del processo moderno e a riconoscere perché certe tecniche tradizionali sono ancora valide. Di seguito è riportata una cronologia che raccoglie tappe storiche e le fasi tecniche tradizionali dell’affilatura.
| Data / Fase | Evento / Descrizione |
|---|---|
| Cronologia storica | |
| Periodo Heian (metà) | L’Engishiki (codice delle cerimonie di corte) contiene descrizioni della lucidatura delle spade, il che indica che la lucidatura era già un processo consolidato nella fabbricazione delle spade giapponesi. |
| Periodo Kamakura (1185–1333 / 1192–1333) | Sviluppo della katana con lama curva per tagli più efficaci in combattimento a cavallo. Nel libro Kanchiin Honmeizukushi vengono menzionati i nomi di “Togishi”, evidenziando l’esistenza di affilatori/lucidatori specializzati. Si apprezza la crescente importanza dell’affilatura; fabbri e affilatori iniziano a perfezionare e trasmettere tecniche. |
| Periodo delle Dinastie del Nord e del Sud (Nanbokuchō) | La famiglia Honami, il cui fondatore Honami Myohon servì Ashikaga Takauji, contribuisce decisamente alla trasmissione e allo sviluppo dell’arte della lucidatura delle spade. |
| Periodo Edo (inizio) | La casa Hon’ami continua a servire le famiglie Toyotomi e Tokugawa. Spicca Hon’ami Koetsu, che apporta talento sia al commercio di katane che ad altre arti (calligrafia, cerimonia del tè), consolidando il valore artistico del mestiere. |
| Periodo Meiji (1868–1912) | Con la fine della società samurai, le spade vengono valorizzate principalmente come opere d’arte; la lucidatura si orienta a esaltare l’estetica. Honami Heijuro Narushige sviluppa una tecnica denominata “affilatura cosmetica”. Alcuni rami della famiglia Hon’ami scompaiono, altri sopravvivono. |
| Inizio del XX secolo | – Honami Rimga (nato Yamamoto), maestro artigiano, muore nel 1927. – Honami Koureki (Sadakichi, nato nel 1879) pubblica nel 1914 il libro “Spade giapponesi” per diffondere metodi di lucidatura e classificazione. |
| Metà del XX secolo (1955) | Honami Koureki pubblica “Le regole e le caratteristiche delle spade giapponesi” nel 1955; nello stesso anno muore a 77 anni. La sua opera aiuta a sistematizzare la conoscenza su lucidatura e tipologie. |
| Attualità | I Togishi esistono ancora ma sono pochi. La NBTHK (Società per la Conservazione della Spada Giapponese) richiede un apprendistato di dieci anni per licenziare un Togishi, il che eleva il loro status culturale e li rende autentici tesori nazionali. |
| Cronologia del processo di affilatura e lucidatura tradizionale | |
| Passo 1 — Pressatura di forgiatura / Rettifica (a carico dello spadaccino) | Primo passo realizzato dal forgiatore: dare la forma iniziale alla lama indurita, determinare linee e finitura generale, e controllare la lama prima di inviarla al Togishi. |
| Passo 2 — Affilatura di base / Affilatura di mole (a carico del Togishi) | Processo per dare forma e iniziare a far risaltare la bellezza della lama mediante una progressione di pietre a grana grossa a fine (circa 7 tipi): |
| Iyoto (grana 120–220) | Pietra più grossa: elimina l’ossido rosso e dà la forma generale, mantenendo il nikuoki (spessore) definito in questa fase. |
| Binsuido (≈ grana 400) | Toglie la grana lasciata da Iyoto, aggiusta i dettagli e lucida la forma storica della lama. Si impiega il metodo di affilatura “kiri”. |
| Kaiseido (≈ grana 800) | Elimina la grana del Binsui con cura per non rimuovere materiale in eccesso; qui si affila con un angolo che produce un “sujikai”. |
| Chū nagurato (grana 1.000–1.500) | Lavoro in due fasi: prima un angolo più obliquo (“osujikai”) per eliminare le macchie precedenti; poi una lucidatura verticale chiamata “tatsu-tsuki”. In questa fase la spada può essere inviata ad artigiani di montatura. |
| Hosona Kurato (grana 2.000) | Ultimo passo dell’affilatura dello strato base; inizia a intravedersi con chiarezza il disegno (hada) e la superficie della lama. |
| Passo 3 — Affilatura di finitura (Finishing) | Lucidature fini e finali per trasformare la lama in un’opera d’arte, usando piccole pietre e polveri abrasive: |
| Ha tsuya | Lucidatura fine del filo con piccole pietre manipolate con il polpastrello; elimina la sabbia residua delle mole precedenti e contribuisce al “gorgoglio” e all'”odore” che definiscono il motivo. |
| Jidzuya | Uso di una pietra molto fine per far risaltare tutti gli aspetti del “ji” (superficie base), il disegno della pelle (hada) e il “jiobu”. Passo chiave nella finitura estetica. |
| Migaki (lucidatura finale) | Lucidatura finale di aree come shinogi-ji e mune con spatola e bastone da lucidatura, usando polveri come tsunoko e ibota per ottenere una brillantezza a specchio senza perdere i motivi forgiati. Il lucidatore traccia la linea “nagashi” come firma del lavoro. |
Cosa imparerai e perché è importante
Leggendo questo testo potrai distinguere tra un’affilatura che rispetta la struttura della katana e una che la logora. Imparerai a scegliere le pietre corrette, a mantenere un angolo stabile, a identificare i segni di danno che richiedono un togishi professionale e ad applicare le cure successive che proteggono l’investimento emotivo e materiale che rappresenta una spada giapponese.
L’affilatura non è un fine estetico: influisce sulla sicurezza, sulla vita utile della lama e sulla fedeltà all’arte tradizionale. Affilatura e lucidatura sono due atti complementari: uno crea il filo; l’altro rivela l’anima dell’acciaio.
Strumenti essenziali: pietre, carte abrasive e accessori
In mani inesperte qualsiasi strumento può diventare un nemico della lama. Questi sono gli strumenti che dovresti conoscere e perché sono importanti.
- Pietre ad acqua (whetstones): base dell’affilatura tradizionale. Si lavorano in progressione di grane da 120–220 fino a 8000 a seconda della finitura desiderata.
- Blocco di assestamento (strop): per la finitura finale ed eliminare le bave microscopiche prima della lucidatura a specchio.
- Carte abrasive ad acqua: utili per eliminare segni profondi in fasi intermedie, sempre con cautela.
- Angolari e guide d’angolo: aiutano a mantenere la costanza in fasi di pratica o quando la lucidatura non è eseguita da un professionista.
- Oli e lubrificanti: fondamentali per la conservazione dopo la lucidatura. Non tutti gli oli sono uguali; più in basso troverai una tabella comparativa.
Tabella: scelta delle pietre in base all’obiettivo
| Spessore/Grana | Obiettivo | Uso consigliato |
|---|---|---|
| 120–220 (Iyoto) | Rimuovere ossido, dare forma iniziale | Riparazioni e rettifica iniziale da parte di un professionista |
| 400–800 (Binsuido / Kaiseido) | Rifinire forma, eliminare segni profondi | Lavori intermedi, eliminare bave visibili |
| 1.000–1.500 (Chū nagurato) | Affilatura base e transizione | Uso da parte di affilatori esperti, lascia un filo funzionale |
| 2.000–8.000+ | Lucidatura estetica e brillantezza a specchio | Finitura finale, esposizione e conservazione |
Affilatori e accessori consigliati
Metodo tradizionale: il rituale del togishi passo dopo passo
Il metodo tradizionale è una pratica quasi rituale che rispetta la struttura termica e la combinazione di durezza della katana. Qui descriviamo le fasi con la precisione necessaria per comprendere dove agire e quando fermarsi.
- Smontaggio e pulizia preliminare: Rimuovi la tsuka se possibile e pulisci la lama con un panno morbido per eliminare residui e olio vecchio.
- Ispezione: Osserva l’hada, l’hamon e cerca ammaccature o corrosione. Determina se il lavoro è di manutenzione o riparazione.
- Rettifica iniziale (Iyoto): Si esegue con pietre a grana grossa per recuperare la geometria. Questo passaggio deve essere eseguito da un togishi se c’è una significativa perdita di metallo.
- Progressione delle pietre: Da grana media a fine, ogni pietra elimina i segni lasciati dalla precedente. Mantieni un angolo costante (tra 10–20° a seconda della scuola) e movimenti fluidi dalla base alla punta.
- Lucidatura fine e jizuya/ha tsuya: Uso di piccole pietre e polveri abrasive per far risaltare hada e hamon. Qui appare la magia estetica: la lama rivela il suo motivo.
- Migaki e finitura: Lucidatura a specchio con tsunoko/ibota e applicazione finale di olio per sigillare la superficie.
Consigli tecnici per preservare l’hamon e l’hada
- Mantieni una pressione leggera e costante: troppa pressione strappa materiale e indurisce il bisello.
- Evita movimenti corti e erratici; l’affilatura deve percorrere tutta la lunghezza della lama ad ogni passata.
- Inumidisci la pietra secondo le indicazioni del produttore: le pietre naturali di solito necessitano di ammollo.
- Evita di lucidare zone non destinate al filo, come la parte posteriore della lama, per non alterare la curvatura né la tempra.
Metodo commerciale: strumenti moderni e il loro uso responsabile
Le soluzioni commerciali possono offrire accessibilità senza perdere la qualità, purché utilizzate con cognizione di causa. Un affilatore guidato, ad esempio, assicura angoli costanti, ma non sostituisce l’occhio esperto quando c’è un danno strutturale.
- Affilatori guidati: Ideali per manutenzioni rapide e utenti che non padroneggiano ancora la tecnica manuale.
- Kit di pulizia e carte abrasive ad acqua: Progettati per mantenere il filo e rimuovere le ossidazioni superficiali.
- Pietre sintetiche per affilare: Buona stabilità della grana e meno manutenzione rispetto alle pietre naturali.
Quando scegliere un metodo commerciale
- Se la lama necessita solo di una leggera manutenzione e possiedi una katana da pratica o una replica.
- Se non desideri manipolare la tsuka o non hai esperienza con le pietre progressive.
- Per gli utenti che cercano rapidità e risultati sicuri senza il rischio di modificare la geometria della lama.
Manutenzione successiva: pulizia, olio e conservazione
La cura dopo l’affilatura prolunga il filo ed evita la corrosione. Un buon rituale successivo preserva l’opera del forgiatore.
| Tipo | Caratteristiche principali | Uso consigliato |
|---|---|---|
| Olio minerale | Alta penetrazione, non si degrada né attira sporco | Protezione regolare e manutenzione |
| Olio di camelia | Naturale, privo di acidi, non volatile | Protezione antiossidante, lubrificazione |
| Grasso al litio | Denso, durevole, non evapora | Conservazione prolungata, protezione |
Passi base di conservazione: pulisci con un panno senza pelucchi, applica uno strato sottile di olio (ad es. camelia), controlla la lama periodicamente e conserva la katana in un luogo asciutto e stabile. Per una conservazione prolungata avvolgi la lama in carta oleata ed evita fluttuazioni di umidità e temperatura.
Errori che rovinano una katana e come evitarli
- Non mantenere un angolo costante: cambia la geometria del filo e crea zone deboli.
- Affilare solo un lato: produce deviazioni e modifica la curvatura di taglio.
- Usare pietre inappropriate: una pietra troppo grossa può eliminare l’eccesso di materiale; una troppo fine non risolverà danni profondi.
- Applicare troppa pressione: aumenta il calore e può alterare le microstrutture dell’acciaio temprato.
- Non pulire né ingrassare dopo: facilita l’ossidazione e la perdita prematura del filo.
Chiarimenti sull’affilatura della katana
Quali sono le tecniche più efficaci per affilare una katana?
Le tecniche più efficaci per affilare una katana sono l’uso di pietre per affilare tradizionali con diverse grane, iniziando con una pietra a grana grossa e progredendo a grane più fini, mantenendo un angolo costante tra 10 e 15 gradi (o fino a 30 gradi a seconda dello stile e dello scopo). L’affilatura si esegue facendo scivolare la lama sulla pietra con movimenti uniformi e costanti dalla base alla punta, con una pressione adeguata per ottenere un filo uniforme e duraturo. È importante inumidire la pietra con acqua (o occasionalmente olio) per ridurre l’attrito e facilitare l’affilatura. Inoltre, prima di affilare, è necessario smontare l’impugnatura e pulire la lama per lavorare correttamente senza danni.
Che tipo di pietra per affilare è la migliore per affilare una katana?
La migliore pietra per affilare una katana è una pietra per affilare giapponese (whetstone) di grana media, tra 1000 e 1500, per ripristinare il filo in modo efficace; per la finitura fine si consiglia di usare pietre di grana più alta, da 3000 a 8000, a seconda del livello di lucidatura desiderato. Queste pietre possono essere ad acqua, che richiedono lubrificazione con acqua durante l’affilatura.
Questo set garantisce un’affilatura efficiente e rispettosa della lama della katana, mantenendone la qualità e la durata.
Come si mantiene una katana affilata a lungo?
Una katana si mantiene affilata a lungo attraverso una cura costante che include l’affilatura adeguata con tecniche tradizionali, il mantenimento di un angolo e una pressione costanti durante l’affilatura, la pulizia regolare per prevenire la ruggine e l’applicazione di olio speciale che protegge la lama dalla corrosione e ne mantiene il filo. Inoltre, una corretta conservazione in ambienti asciutti, avvolta in carta oleata e revisioni periodiche aiutano a preservarne il filo e a prevenire danni all’acciaio.
- Affilatura professionale e accurata rispettando un angolo stabile (generalmente tra 15-20 gradi).
- Pulizia frequente per eliminare sporco e umidità.
- Applicazione di olio speciale progettato per le spade.
- Conservazione protetta, utilizzando metodi tradizionali come la carta oleata.
- Revisioni periodiche per rioliare e rilevare possibili danni.
Quali errori comuni si devono evitare nell’affilare una katana?
Gli errori comuni da evitare nell’affilare una katana sono:
- Non mantenere un angolo costante durante l’affilatura, poiché variare l’angolo può danneggiare il filo o produrre un’affilatura irregolare. Si consiglia un angolo di circa 10-20 gradi costante su entrambe le facce della lama.
- Affilare solo un lato della lama o farlo in modo irregolare, il che può sbilanciare la spada e influenzarne le prestazioni.
- Usare una pietra per affilare inappropriata, troppo grossa o troppo fine per il livello di usura della katana, il che può rimuovere troppo materiale o non affilare efficacemente.
- Applicare troppa pressione o movimenti bruschi, che possono danneggiare la struttura del filo.
- Non preparare correttamente la pietra per affilare, come non immergerla se è una pietra naturale, il che riduce la sua efficacia e può danneggiare la lama.
- Non pulire né ingrassare la katana dopo l’affilatura, il che facilita l’ossidazione e il deterioramento della lama.
- Non avere l’esperienza adeguata o non consultare uno specialista, poiché l’affilatura della katana è delicata e una gestione errata può rovinare la spada o causare incidenti.
Evitare questi errori contribuisce a preservare l’integrità, l’efficacia e la longevità della katana durante la sua affilatura e manutenzione.
Qual è la differenza tra affilare una katana e una spada occidentale?
La principale differenza tra affilare una katana e una spada occidentale risiede nella struttura della lama e nel trattamento dell’acciaio. La katana ha un filo molto duro e un corpo più morbido a causa di una tempra differenziale, spesso ottenuta con uno strato di argilla che permette al filo di raffreddarsi più velocemente e indurirsi di più, mentre il resto della lama rimane flessibile. Per questo, l’affilatura della katana viene eseguita curando di conservare questa durezza del filo senza danneggiare la flessibilità del corpo. Al contrario, le spade occidentali sono solitamente fatte di acciaio omogeneo o hanno una tempra più uniforme, il che permette affilature che non richiedono tanta considerazione all’equilibrio tra durezza e flessibilità.
Inoltre, la katana è una lama curva con un solo filo affilato, quindi l’affilatura si concentra su un lato, mentre molte spade occidentali sono dritte e a doppio filo, richiedendo l’affilatura di entrambi i bordi in modo uguale. Il filo della katana tende ad essere più affilato e sottile, adatto per tagli netti, a differenza di molte spade europee che bilanciano taglio e affondo e hanno fili più spessi.
In sintesi, affilare una katana implica una cura speciale per preservare il suo filo duro e la flessibilità del corpo con un solo bordo da affilare, mentre affilare una spada occidentale è solitamente più diretto, con un trattamento omogeneo dell’acciaio e, in molti casi, entrambi i fili da affilare.
| Tipo | Caratteristiche principali | Uso consigliato |
|---|---|---|
| Olio minerale | Alta penetrazione, non si degrada né attira sporco | Protezione regolare e manutenzione |
| Olio di camelia | Naturale, privo di acidi, non volatile | Protezione antiossidante, lubrificazione |
| Grasso al litio | Denso, durevole, non evapora | Conservazione prolungata, protezione |
- Olio minerale
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- Caratteristiche: Alta penetrazione, non si degrada né attira sporco
- Uso consigliato: Protezione regolare e manutenzione
- Olio di camelia
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- Caratteristiche: Naturale, privo di acidi, non volatile
- Uso consigliato: Protezione antiossidante, lubrificazione
- Grasso al litio
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- Caratteristiche: Denso, durevole, non evapora
- Uso consigliato: Conservazione prolungata, protezione
L’ultimo filo: rifletti e agisci
Dominare l’affilatura di una katana è un percorso che mescola destrezza tecnica e riverenza storica. Se valorizzi il pezzo, rispetta i suoi tempi: pratica su strumenti di minor valore, impara a riconoscere i segni di danno e, quando il lavoro supera le tue capacità, affidati a un togishi qualificato. La katana ti ringrazierà con un taglio netto, una bellezza che perdura e una storia che si mantiene viva.
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