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Tipi di Spathe: guida completa sulla loro evoluzione, tipologia e repliche

Tipi di Spathe: dalla cavalleria romana alla spada medievale

La leggenda narra che negli accampamenti di frontiera dell’Impero, il clangore dell’acciaio lungo annunciava l’arrivo di una nuova era. La spatha non fu una semplice spada in più; fu il ponte tra l’efficacia compatta del gladius e la grandiosità delle spade medievali. Quali tipi esistono, come si identificano e perché sono importanti per storici e rievocatori? In questo testo scoprirai la sua evoluzione, le tipologie di lama e impugnatura, le chiavi di datazione e quali repliche attuali riproducono meglio questi modelli classici.

tipos spathas - Tipi di Spathe: guida completa sulla loro evoluzione, tipologia e repliche

Evoluzione e origine: la spatha nel contesto storico

Originaria delle tradizioni centroeuropee, la spatha si incorpora nell’esercito romano come arma essenziale della cavalleria dalla fine della Repubblica e l’inizio dell’Impero. Con una lama più lunga del gladius, tra 70 e 100 cm negli esemplari più estesi, permette di tagliare con potenza e mantenere la distanza nel combattimento a cavallo.

Durante i secoli III e IV d.C. la spatha si diffonde all’infanteria romana e, poco dopo, ai popoli barbari, diventando l’archetipo della spada della tarda antichità. Questo transito ha implicazioni tattiche: l’infanteria abbandona parzialmente lo scontro corpo a corpo serrando le fila e adotta un’arma che privilegia il taglio e la flessibilità d’uso, specialmente in combattimenti dove la cavalleria gioca un ruolo decisivo.

Spatha Romana con vaina siglo III d.C. - Tipi di Spathe: guida completa sulla loro evoluzione, tipologia e repliche

Cronologia della spatha: date e tappe essenziali

Collocare i momenti chiave in una linea temporale aiuta a capire come i tratti formali rispondono a cambiamenti politici, militari e culturali. Di seguito viene presentata una cronologia che sintetizza le tappe più rilevanti dalla sua adozione da parte di Roma fino alla sua sopravvivenza nell’Europa medievale.

  • I secolo a.C.: Introduzione della spatha nelle unità di cavalleria di origine celtica centroeuropea.
  • I secolo d.C.: Testi classici (Arriano) identificano la spatha come arma cavalleresca.
  • Metà del II secolo d.C.: Espansione del suo uso tra le truppe romane oltre la cavalleria.
  • Fine del III – inizio del IV secolo: Modelli con puntale discoidale e forme romane persistenti; omogeneizzazione sotto le fabricae armorum.
  • IV secolo: Diversificazione tipologica (Lauriacum, Straubing, Osterburken, ecc.) e ampia adozione da parte del barbaricum.
  • V secolo: Tipi sontuosi e varianti con cloisonné; la spada di Childerico (ca. 481) esemplifica la sontuosità decorativa.
  • VI secolo e oltre: Permanenza di tipi regionali; transizione verso le spade medievali a una mano e mezza e lunghe.
  • 800–1100: Uso continuato di modelli nel nord Europa, inclusi i vichinghi.

Perché una cronologia è importante per identificare una spatha

La datazione non dipende solo dalla lunghezza della lama; i piccoli dettagli — un vuoto, la forma del pomo, la decorazione dell’imboccatura o il sistema di sospensione — sono la firma cronologica che permette di situare un pezzo in un contesto temporale e geografico.

Spatha Romana Germánica funcional Ulfberth - Tipi di Spathe: guida completa sulla loro evoluzione, tipologia e repliche

Tipologie di lama: chiavi per riconoscere le varianti

Gli studi moderni (Biborski & Ilkjær; Christian Miks) offrono due sistemi di classificazione che si completano quando si analizzano i ritrovamenti archeologici. Qui riassumiamo i tipi più rappresentativi e i loro tratti distintivi.

Classificazione secondo Biborski e Ilkjær (tipi principali)

  • N-K (Nydam-Kragelund): Relativamente leggera, sezioni simmetriche e fino a due scanalature; persistente fino al terzo quarto del IV secolo.
  • S (Snipstad): Larga, con molte scanalature (fino a sei); appare all’inizio del IV secolo e scompare verso il suo ultimo quarto.
  • V-H (Voien-Hedelisker): Stretta, fili convergenti, senza scanalature; si sviluppa tra l’inizio del IV e la metà del V secolo.
  • E-S (Esbjol-Sarry): Molto stretta, simmetrica, senza scanalature; prima metà del IV fino all’ultimo quarto del V secolo.
  • O-V (Osterburken-Vrasselt): Larga con punta arrotondata e un ampio vuoto; dalla metà del IV al VI secolo.

Classificazione secondo Christian Miks (ampio campionamento europeo)

  • Lauriacum-Hromówka: Molto larghe, fili quasi paralleli, punta arrotondata; documentate dal II secolo fino all’inizio del IV.
  • Straubing-Nydam (e varianti Einang, Ejsbøl): Fili convergenti, lunghezze 65–80 cm; varianti con vuoti paralleli.
  • Illerup-Whyl: Simile a Straubing ma con sezioni bandförmig o biconcave e ampio vuoto centrale.
  • Osterbunken-Kemathen: Estremamente larga, punta corta e triangolare, arma chiaramente da taglio.
  • Tipo asiatica/pontica (Pannonhalma): Lame molto lunghe con ampi e decorati quillons; possibile origine steppica.

Tabella comparativa: tipi di lama (Biborski/Miks)

Tipo Caratteristiche Lunghezza tipica Cronologia
Lauriacum-Hromówka Lama larga, fili paralleli, punta arrotondata 70–90 cm II secolo – inizio IV
Straubing-Nydam Fili convergenti; varianti con vuoti 65–80 cm I–IV
Illerup-Whyl Sezioni bandförmig/biconcave; ampio vuoto centrale 70–85 cm III–V
Osterburken-Kemathen Molto larga; punta corta; arma da taglio 70–80 cm IV–VI
Pannonhalma (asiatica) Lama estremamente lunga; ampi e decorati quillons 90–100+ cm IV–V

Impugnature e ornamenti: lettura cronologica nella mano

L’impugnatura offre una delle tracce più solide per datare una spatha. I materiali, i bottoni di rivetto e la presenza di placche decorative parlano di officine, reti commerciali e preferenze culturali.

  • Behmer I (Nydam): Legno cilindrico con quattro assottigliamenti; dall’inizio del IV alla metà del V secolo.
  • Behmer II (Vøien-Gruppe): Pugno coperto con lamina metallica decorata; nord Europa, metà del IV — fine del V secolo.
  • Behmer III: Pezzi sontuosi con oro e cloisonné; metà del V — primo quarto del VI secolo.
  • Behmer IV (orientale): Pomo di pietra scolpita; fine IV — fine V secolo.
  • Behmer V (Hourglass): Pugno a forma di fuso e lamina metallica; metà del III — fine del VI secolo.
  • Behmer VI: Bottone di pomo piramidale; dalla metà del V secolo.

Spatha Romana con vaina siglo IV d.C. - Tipi di Spathe: guida completa sulla loro evoluzione, tipologia e repliche

Applique metalliche e copriviti

I bottoni di rivetto (Holmegard-Kragehul, Vieuxville, Knarremose, Nummedal) e i copriviti decorativi (Naviforme, Snartemo-Blučina, Pyramidenförmiger) hanno orizzonti cronologici precisi. Identificarli permette di restringere la datazione di un pezzo con maggiore sicurezza rispetto all’osservazione isolata della lama.

Foderi e sistemi di sospensione: il complemento che rivela l’origine

Il fodero organico raramente sopravvive completo, ma le sue applicazioni metalliche (imboccature, ponti, puntali) sì. Questi elementi vengono studiati per definire provenienze e calendari.

  • Imboccature: Tipi con traforo, con nervature, con teste di uccello, con niello o cloisonné offrono segnali regionali e temporali.
  • Ponti di sospensione: Un solo ponte è caratteristico del IV secolo; la coppia di ponti si impone dal V secolo.
  • Puntali: Discoidale, a “U”, tipo Gundremmingen o Kastenortband sono varianti che permettono datazioni tra il III e il VI secolo.

Tabella comparativa: imboccature e ponti

Elemento Caratteristiche Epoca
Imboccatura con traforo Placca di bronzo traforata Inizi del III – primo quarto V
Imboccatura con nervature Traforata e nervata, molto popolare Seconda metà del IV
Ponte solitario (Laschenkopf) Fissaggio semplice per cinghia Inizi del IV
Coppia di ponti (Nydam-Porskaer) Sistema doppio che migliora la sospensione V secolo
Puntale tipo Gundremmingen Tre borchie sporgenti Ultimo quarto III – inizio V

Spatha romana Caballería con vaina - Tipi di Spathe: guida completa sulla loro evoluzione, tipologia e repliche

Come si studia una spatha: metodo in passi

Lo studio scientifico combina archeologia, tipologia e metallurgia. Se hai accesso a un pezzo o a immagini, segui questo protocollo riassunto:

  • Osserva la lama: lunghezza, larghezza, presenza e numero di vuoti.
  • Esamina l’impugnatura: materiale, forma, presenza di rivetti o placche metalliche.
  • Analizza il fodero: tipo di imboccatura, ponti, puntale.
  • Confronto tipologico con cataloghi (Biborski, Miks, Behmer) e evidenza stratigrafica se presente.
  • Se possibile, esegui test metallografici per conoscere la composizione e il trattamento termico.

Repliche, museografia e modelli funzionali

Le repliche moderne permettono di sperimentare proporzioni e maneggevolezza, ma il loro valore storico dipende dalla fedeltà nei materiali e nella costruzione. Alcune repliche funzionali riproducono impugnature cloisonné, vuoti e ampi quillons; altre privilegiano la durabilità per prove di taglio.

Repliche e modelli disponibili

Confronto moderno: spatha vs spade derivate

Per comprendere il suo lascito è opportuno confrontare lunghezze, usi e obiettivi di design.

Tipo Lunghezza lama Uso principale Eredità della spatha
Spatha classica 70–100 cm Cavalleria, fanteria tardiva Base della spada medievale a una mano e mezza
Spada a una mano e mezza (bastarda) 90–100 cm Versatilità 1–2 mani Adattamento a tattiche miste
Spada a due mani 120–180 cm Portata e forza in campo aperto Esagerazione del principio di portata della spatha
Rapière/stocco ~100 cm Scherma civile e duello, stoccata Divergenza: privilegia la stoccata e la precisione

Come riconoscere una spatha autentica in immagini o musei?

  • Cerca vuoti longitudinali (1–3) e la sezione della lama: bandförmig o biconcava indica certi tipi.
  • Il pomo e i quillons decorati con cloisonné o rivetti permettono di collocare cronologicamente.
  • La presenza di una coppia di ponti di sospensione suggerisce una datazione post-400 d.C.
  • Puntali con borchie o a forma di “U” indicano tradizioni locali e periodi specifici.

Interpretare una spatha richiede pazienza: molti esemplari sono il risultato di miscele tecnologiche ed estetiche, frutto di officine imperiali, artigianato locale e bottino di guerra.

Eredità: dalla spatha alla spada europea

La spatha ha lasciato un’impronta duratura. La sua lunghezza ed ergonomia hanno favorito la tolleranza per manici più lunghi, lame più flessibili e guardie che proteggevano la mano. Con il tempo, queste trasformazioni hanno portato alle spade a una mano e mezza e alle lunghe spade di cavalleria e di fanteria.

Al di là della tecnica, la spatha è una narrazione: testimonia l’adattamento romano a nuove minacce e la sua assimilazione di strumenti barbari; a sua volta, dalla spatha nasce la forma simbolica della spada che vedremo durante il Medioevo e l’inizio dell’Età Moderna.

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