Un mantello fermato dal vento, una fibula che brilla alla luce di una torcia: così si rivela la piccola grande storia di un oggetto che ha unito forma e funzione per secoli.
Perché spille e fibule erano importanti nel Medioevo
Spille e fibule non erano semplici chiusure: erano dichiarazioni. Fermavano mantelli, fissavano tuniche e, allo stesso tempo, mostravano lo status, l’identità e l’estetica di chi le indossava.
In un mondo dove l’abbigliamento era un segno sociale visibile, una spilla poteva essere un emblema di potere, un pezzo religioso o un ornamento che parlava del gusto e della provenienza regionale.
In questo articolo imparerai a distinguere i grandi tipi, a leggere la loro simbologia, a comprendere i materiali e le tecniche e a collocarli in una chiara cronologia che va dalla Protostoria al Basso Medioevo.
Cronologia: evoluzione dalla Protostoria al Basso Medioevo
La storia materiale delle fibule e delle spille è una successione di adattamenti tecnici ed estetici. Di seguito, una guida cronologica che facilita la lettura di questa evoluzione per epoche.
Epoca | Evento |
---|---|
Protostoria (IX – I secolo a.C.) | |
IX–VIII secolo a.C. (fine IX – inizio VIII) | Fibula a gomito “tipo Huelva” (sottotipo IIIb3) datata a questo periodo iniziale. |
Bronzo Finale – Ferro I | Predominio di fibule antiche a doppia molla (sei delle sette analizzate a El Berrueco). |
VIII–V secolo a.C. (Ferro I) | La maggior parte delle fibule di El Berrueco; tipi caratteristici: “tipo Alcores”, “tipo Acebuchal” e “tipo Bencarrón”. Origine/ingresso del tipo Acebuchal: c. 600 a.C. (Schüle) o ingresso nel mezzogiorno peninsulare 525–450 a.C. (Cuadrado). |
VII–III secolo a.C. | Concentrazione quasi esclusiva nella Penisola delle fibule anulari ispaniche. |
Fine I secolo a.C. – V secolo d.C. (circa) | Persistenza nel registro delle fibule anulari o “omega” di origine preromana; apparizione del Gruppo B di E. Fowler verso il I secolo a.C. ed espansione dal I secolo d.C. |
Antichità romana e tardoromana (I – IV/V secolo d.C.) | |
I–III secolo d.C. | Tre pezzi di bronzo appartengono alla serie di bronzi smaltati databili a questo periodo. |
Seconda metà del I secolo d.C. | Frequenti ritrovamenti di pezzi legati a loricae segmentatae in limes e contesti militari. |
Fino al IV secolo d.C. | Tecnica del damaschinato molto comune in epoca romana; prodotti commercializzati fino al IV secolo. Fibbia damaschinata (n. 86/84/74) inquadrabile nel IV secolo. |
IV secolo – inizi V secolo d.C. | Materiali di Castro Ventosa (tra cui un coltello tipo Simancas) datati fondamentalmente al IV secolo. |
Periodo visigoto e fibule aquiliformi (V – VIII secolo d.C.) | |
Fine V – inizi VI secolo | Esemplari aquiliformi più naturalistici (vicini a prototipi come le fibule di Pietroasa); classificati come Tipo A1 (Ripoll). |
Dopo il primo terzo del VI secolo | Predominano le fibule con schematizzazione totale del design; evoluzione verso formule più stilizzate. |
525–580 d.C. | Piccole fibbie ovali ad anello massiccio e ago a base scutiforme associate all’abbigliamento della prima epoca visigota. |
Seconda metà avanzata del VI secolo – primi decenni del VII secolo | Databili le placche rigide di cintura del gruppo latino-mediterraneo. |
Verso 590–600 d.C. e durante tutto il VII secolo | Diffusione del complesso originario di placche liriformi (“Trebisonda”) nel Mediterraneo; la spilla da cintura tipo liriforme è associata principalmente al VII secolo. |
600/40 – 710/20 (Livello V di Ripoll) | Tipo C delle fibule aquiliformi: esemplari schematici o con tecnica Kerbschnitt (tipi Deza e Castiltierra). |
VI–VII secolo | Registro di fibule a disco merovingie con pietre preziose e filigrane; inoltre, le imitazioni ispaniche di tipi liriformi si producono nel VII secolo e perdurano oltre la sconfitta di Guadalete (711). |
Medioevo (Alto e Basso Medioevo; VIII – XV secolo) | |
Alto Medioevo | Fibule a disco di oltre 5 cm di diametro facevano parte del corredo femminile in Europa; gli esemplari più piccoli erano usati dagli uomini dall’epoca carolingia in poi. |
XII – metà XIV secolo | Nel Castro de los Judíos la seconda fase occupazionale inizia a partire dal XII secolo; i 169 proiettili da tiro e la ceramica si situano tra il XII e la metà del XIV secolo. |
XII–XIII secolo | Maggiore presenza di chiodi da ferro di cavallo del tipo “chiave di violino”. |
XIII secolo | Piccola spilla a fibbia circolare con linguetta laminare (MAN-86/84/77) come variante di spille medievali a linguetta laminare; uso generalizzato di forbici a leva con occhi aperti in contesti medievali e moderni. |
XIII–XIV secolo | Grandi fibbie (MAN-86/84/85 a 89) datate ai secoli XIII–XIV. |
Seconda metà del XIV secolo | Piccola fibbia rombo-circolare (MAN-86/84/75) datata alla seconda metà del XIV secolo. |
XIV–XV secolo (Basso Medioevo) | Identificazione di fibbie e passanti a “T” caratteristici del Basso Medioevo (XIV–XV secolo); in epoca medievale avanzata (XIV secolo) appare anche un gancio aperto documentato (fig. 3.8, Inventario de Bronces Romanos). |
Fine XV secolo | Recuperati nel castello di Valencia de Don Juan proiettili con innesto a spiga in contesti di fine XV secolo. |
Tipi e meccanismi: come leggere la forma
Leggere una fibula è come decifrare una piccola ingegneria: ogni curva e molla risponde a una soluzione funzionale e a un’estetica concreta.
- Fibula penannulare o celtica: spilla a forma di mezzaluna con perno mobile; comune nell’arte insulare medievale, grande e riccamente decorata.
- Fibula a disco: frequente nel corredo femminile medievale; disco ornato con smalti, filigrana e gemme.
- Fibula a balestra o “omega”: design tecnico con molla che migliora la chiusura; molto comune in epoca romana e tardoromana.
- Fibula aquiliforme (visigota): con ispirazione zoomorfa e simbologia regionale, molto presente nella penisola durante i secoli V–VIII.
- Spilla quoit o “anello” germanico: semplice in apparenza, efficace; un anello con una spilla centrale. Associata a tradizioni nordiche e germaniche.
Come distinguere per meccanismo
La molla (o la sua assenza) e la forma del perno sono fondamentali. Una fibula con molla a balestra indica influenza romana; un perno lungo e curvo può indicare tradizioni celtiche.
La decorazione non sempre determina la funzione: una spilla riccamente ornata può continuare a svolgere un compito pratico.
Materiali, tecniche e decorazione
I metalli e le tecniche raccontano parte della storia. Bronzo, ferro, argento e oro furono i materiali predominanti. La scelta dipendeva dalla disponibilità, dallo status e dalla finalità.
Filigrana, smalto e cloisonné appaiono frequentemente in pezzi di alto status. La filigrana richiede abilità dell’orafo; lo smalto aggiunge colore e il cloisonné permette di incastonare forme e gemme.
- Bronzo e ferro: abituali in pezzi funzionali e quotidiani; robusti e pratici.
- Argento e oro: riservati alla gioielleria d’élite; spesso combinati con pietre preziose o granati.
- Pietre e smalti: usate come simbolo di ricchezza e protezione simbolica; la loro presenza marcava la differenza sociale.
Decorazione e simbolismo
I motivi più comuni includono animali, motivi vegetali, emblemi religiosi e segni geometrici. Queste rappresentazioni potevano riferirsi a un’identità tribale, a una devozione o a uno status militare.
Nell’Alto Medioevo le fibule a disco ricche di decorazioni erano distintivi femminili visibili; il loro design era attentamente pensato per comunicare appartenenza e prestigio.
Comparativa rapida: tipi, epoca e uso
Tipo | Epoca | Caratteristiche | Uso/Simbolo |
---|---|---|---|
Penannulare | VI–IX secolo | Mezzaluna grande, perno mobile, decorazione vegetale o zoomorfa | Prestigio indigeno e funzionalità nei mantelli |
Disco | Alto Medioevo | Disco ornato, smalti, pietre preziose | Corredo femminile e distinzione sociale |
Balestra / Omega | Epoca romana – tardoromana | Molla efficace, robusto | Chiusura affidabile, uso militare e civile |
Aquiliforme | Visigoto (V–VIII secolo) | Disegni di uccelli, schematizzazione progressiva | Emblema regionale e uso quotidiano |
Quoit / Anello | Germanico – Nordico | Anello con spilla centrale | Semplicità funzionale, uso esteso |
- Penannulare
-
- Epoca: VI–IX secolo
- Caratteristica: Grandi dimensioni e decorazione complessa
- Uso: Mantelli cerimoniali e distintivo delle élite
Come identificare repliche e pezzi ispirati alla storia
Oggi vediamo repliche che cercano di trasferire l’estetica storica in pezzi utilizzabili. Per distinguere una replica fedele da un’interpretazione moderna conviene rivedere:
- Proporzioni e misure: le repliche solitamente rispettano le forme, ma possono semplificare dettagli molto fini.
- Tecnica di finitura: il lavoro a mano, la patina e i dettagli in filigrana solitamente indicano una finitura più tradizionale.
- Materiale: molte repliche usano bronzi e leghe moderne; pezzi in argento massiccio o con smalti complessi possono essere riproduzioni di maggiore qualità.
Le repliche ispirate all’iconografia popolare (letteratura, cinema, serie) facilitano la connessione con la storia. Tuttavia, leggere il pezzo con occhio critico permette di apprezzare le differenze tra una creazione fedele e un adattamento stilizzato.
Spille e fibule disponibili e come scegliere
Scegliere una spilla per un mantello o una tunica richiede di pensare a scala, peso e stile. Una spilla troppo pesante deformerà il tessuto; una troppo delicata non resisterà alla sua funzione pratica.
Consigli per scegliere:
- Pensa al tessuto: lane e tessuti densi ammettono spille grandi; lini fini richiedono chiusure leggere.
- Equilibrio estetico: se il capo è austero, una spilla ornata aggiunge un punto focale; se il capo ha già ricami, cerca una chiusura più sobria.
- Compatibilità tecnica: verifica che il perno attraversi e si fissi senza forzare la cucitura.
Cura e manutenzione: consigli pratici
Le spille in bronzo e ferro richiedono cure diverse da quelle in argento o oro. Trattarle secondo il loro metallo preserva patine preziose ed evita danni.
- Bronzo e ferro: pulire con panno asciutto e olio leggero per evitare la corrosione; evitare di immergere in acqua prolungata.
- Argento: lucidare delicatamente con panno specifico; se ha smalti o pietre, evitare prodotti abrasivi.
- Pietre e smalti: pulizia con panno umido, asciugatura immediata; non usare prodotti chimici aggressivi.
Laboratori, tecniche e l’impronta dell’artigiano
L’elaborazione tradizionale implica forgiatura, saldatura e tecniche di oreficeria come la filigrana e il damaschinato. Questi processi conferiscono identità al pezzo: l’impronta dell’artigiano è visibile in piccole imperfezioni che aggiungono verosimiglianza storica.
Capire come è stata fatta una fibula aiuta a valutarne la fedeltà storica e la durabilità pratica.
Come venivano usati: pratiche e codici
L’uso di una spilla dipendeva dal contesto: cerimonia, battaglia, vita quotidiana. In alcuni casi venivano esibite nella parte frontale del mantello; in altri, nascoste dall’abbigliamento ma essenziali per la chiusura.
I motivi iconografici potevano comunicare lealtà a un signore, affiliazione religiosa o appartenenza etnica. Riconoscere questi segni offre chiavi per interpretare i reperti archeologici.
Eredità e perché continuano a affascinare
Le spille e le fibule condensano tecnica, estetica e significato. Ci connettono con pratiche quotidiane e con rituali che hanno configurato identità nell’Europa medievale.
Osservando una fibula, vediamo la sintesi di una necessità e di una volontà artistica. Questa tensione tra utilità e bellezza è ciò che mantiene viva la fascinazione per questi pezzi.
Se ti interessa approfondire, osserva le proporzioni, il materiale e la tecnica. Questo ti permetterà di comprendere non solo come si chiudeva un mantello, ma anche chi lo indossava e perché.
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