Immagini di calpestare la terra di confine con la polvere della campagna attaccata ai vestiti, il vento che si insinua tra le fessure di una gonella e un’azcona che riposa al fianco? Così si vestivano gli almogavari: uomini e donne plasmati dalla durezza del paesaggio, dalla necessità del movimento e dalla semplicità che solo l’esperienza in combattimento può imporre. In questo articolo imparerai a identificare i pezzi chiave del loro abbigliamento, il loro significato funzionale, come si sono evoluti nel tempo e quali criteri seguire per una ricreazione storicamente rigorosa.
Vestire come un almogavaro: principi che fanno la differenza
Vestire alla maniera almogavara non è una questione di indossare abiti antichi; è comprendere una filosofia: leggerezza, resistenza, economia di mezzi. I cronisti contemporanei li descrivono come rudi, poveri e pratici. Questa apparenza risponde a decisioni consapevoli: niente che impedisca di correre, niente che pesi inutilmente, materiali locali che resistono alle intemperie.
Regole di base per una ricreazione fedele:
- Dai priorità alla storicità: basati su fonti come Ramon Muntaner o Bernat Desclot e su reperti archeologici.
- Evita gli anacronismi: non mescolare capi di epoche lontane né elementi fantastici.
- Semplicità e funzionalità: l’estetica austera almogavara non ammette ornamenti superflui.
- Materiali coerenti: lino, lana, cuoio e pelli economiche sono la norma.
Cronaca visiva e temporale dell’abbigliamento
Prima di approfondire ogni capo, è opportuno situare l’evoluzione: gli almogavari operano tra il XII e l’inizio del XIV secolo; durante questo periodo la moda, le necessità tattiche e i contatti culturali hanno sfumato il loro abbigliamento. Di seguito presentiamo una cronologia sintetica che ti aiuterà a capire perché certi pezzi appaiono o cambiano.
Epoca | Evento |
---|---|
Secoli XII – inizio XIV (panoramica) | |
Intervallo temporale | Abbigliamento di uomini e donne almogavari tra il XII e l’inizio del XIV secolo; mescolanza di capi civili e militari e assenza di uniformi. |
Abbigliamento maschile di base (secoli XII–XIII) | Concentrazione su capi funzionali e semplici propri dei secoli XII–XIII; aspetto rozzo e rude riflesso nelle cronache. |
XIII secolo | |
Evoluzione della saya | Introduzione della saya con cordoncino: varianti della saya con corde per stringerla al corpo, adattando il capo a necessità pratiche. |
Cuffia | Apparizione e popolarizzazione della cuffia come copricapo civile durante il XIII secolo. |
Fase bizantina (inizio XIV secolo) | |
Calzone corto di pelo di cammello (“Beduini”) | Durante la spedizione a Bisanzio si menziona l’uso di un calzone corto di pelo di cammello, apprezzato per il suo calore e per la credenza nella sua resistenza ai tagli. |
Fonti e raccomandazioni per la ricreazione | |
Fonti | Le cronache contemporanee sono le fonti più affidabili per conoscere l’abbigliamento; riflettono la semplicità e la scarsità di risorse. |
Ricreazione storica | Per una ricreazione precisa, basarsi sulle descrizioni cronistiche ed evitare anacronismi o ispirazioni fantastiche estranee al periodo. |
- Secoli XII – inizio XIV
-
- Intervallo temporale: Abbigliamento di uomini e donne tra il XII e l’inizio del XIV secolo.
- Carattere: mescolanza di capi civili e militari; assenza di uniformità.
- XIII secolo
-
- Saya con cordoncino: si adatta per maggiore vestibilità e mobilità.
- Cuffia: copricapo civile in ascesa.
- Fase bizantina
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- Beduini: calzone corto di pelo di cammello, apprezzato per il suo calore.
Analisi dei pezzi maschili: funzione, forma e materiale
Ogni pezzo risponde a una necessità concreta. Di seguito esaminiamo i più rappresentativi e come interpretarli in una ricreazione o per comprenderne l’uso storico.
Le abarcas: le calzature di frontiera
Le abarcas sono l’impronta del proprietario terriero umile: un unico pezzo di cuoio che avvolge il piede, resistente e facile da riparare. La loro suola e forma variavano a seconda del terreno. Erano ideali per camminare chilometri all’aperto senza perdere sensibilità nel piede.

Calzoni (causols) e calze (calçes)
I calzoni coprivano fino alle ginocchia; le calze proteggevano le gambe. A seconda della stagione si usava lino o lana, e in inverno si ricorreva a pelli economiche come quella di coniglio o pecora. Nella spedizione bizantina appare il curioso uso di calzoni di pelo di cammello.

Gonella o saya: quella tunica che dice tutto
La gonella è il capo visibile e simbolico. Semplice, di lunghezza variabile e con un collo aperto, permetteva libertà di movimento. Per gli almogavari era usuale indossarla in colori sobri o grezzi, senza ornamenti, e a volte cucita lateralmente con corda in versioni da lavoro.
Crespina, copricapi e protezione per la testa
La crespina o cuffia assicura i capelli e serve da imbottitura sotto una maglia leggera o un casco di base. I cronisti parlano di “capells de cuyr tot trepat” — cappelli di cuoio perforato — e semplici reti metalliche. Non era la protezione completa di un elmo da torneo, ma qualcosa di pratico e leggero.

Complementi: cintura, bisaccia e armi
La cintura di cuoio è l’asse dell’abbigliamento: sostiene l’azcona, il cortel o il coltell e permette di appendere borse o utensili. La bisaccia conserva provviste e pezzi di cuoio per la sopravvivenza. Le armi documentate — azcona, chuzo, cortel — parlano più di promiscuità con la sopravvivenza che di ostentazione.
Capo | Materiali abituali | Funzione principale | Indicazioni per la ricreazione |
---|---|---|---|
Abarcas | Cuoio, pelle conciata | Protezione e mobilità su terreno irregolare | Un unico pezzo di cuoio cucito; suola rinforzata; colori naturali |
Gonella / Saya | Lino, lana, cotone | Abbigliamento principale; libertà di movimento | Semplice, senza ornamenti, toni neutri; diverse lunghezze |
Calzoni / Calze | Lino, lana, cuoio, pelli | Isolamento termico e protezione | Strati: calzone interno + calza esterna; cinghie visibili |
Crespina / Cuffia | Lino, cuoio | Imbottitura e fissaggio dei capelli; base per casco leggero | Forma semplice, cordoni o allacciatura; può essere leggermente imbottita |
- Abarcas
-
- Materiale: cuoio
- Funzione: mobilità
- Ricreazione: un pezzo, cucitura visibile
- Gonella
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- Materiale: lino o lana
- Funzione: capo principale
- Ricreazione: semplice, senza ornamenti
Abbigliamento femminile almogavaro: realismo e rispetto storico
Le donne che accompagnavano le compagnie si vestivano secondo la loro condizione sociale: pratiche e modeste. Sebbene i riferimenti siano più scarsi, le fonti permettono di dedurre che il loro abbigliamento seguiva i modelli contadini del XIII secolo: saya, camicia, calzoni e mantelli semplici.
In occasioni eccezionali alcune donne presero le armi. Se rappresenti una donna almogavara, evita gli stereotipi romantici: punta su capi funzionali e su un accenno di protezioni simboliche (protezione cranica leggera, cintura con attrezzi) invece di caschi estetici o elementi anacronistici.
Tessuti, colori e il valore simbolico dello sporco
L’aspetto sporco e rattoppato non è trascuratezza: è identità. I toni si limitavano a tinture accessibili: ocra, marroni, verdi spenti, rossi semplici e bianchi grezzi. La mescolanza di toppe in diverse texture parla di riparazioni in campagna e rafforza la verosimiglianza.
Cosa non dovrebbe mai apparire in una ricreazione almogavara?
- Armature complete e brillanti in piastra o cotte riccamente decorate.
- Accessori e tessuti costosi che indichino una posizione sociale elevata.
- Elementi fantastici o di ispirazione moderna (ad esempio, cerniere visibili, bottoni moderni, tessuti sintetici brillanti).
Guida pratica per assemblare un abito completo
Ecco una checklist per comporre un equipaggiamento coerente che funzioni in ricreazioni o in studio storico.
- Base: calzone interno di lino o cotone.
- Strato intermedio: calze di lana o cuoio a seconda del clima.
- Capo esterno: gonella semplice; lunghezza fino alla coscia o al ginocchio per maggiore mobilità.
- Calzature: abarcas di cuoio; solette rinforzate se si richiede comfort.
- Protezione testa: crespina imbottita; casco leggero o reticella metallica se si cerca maggiore storicità.
- Accessori: cintura di cuoio con fodero per il coltell, bisaccia e pezzi d’uso.
Dettagli di confezione e cuciture visibili
Nel Medioevo il rammendo e la cucitura fanno parte dell’estetica. Cucire con punti visibili, usare toppe con filo spesso e lavorare i bordi per simulare l’usura conferisce autenticità. Non superare il limite: il capo deve essere credibile, non deteriorato fino all’incomodità.
L’abbigliamento almogavaro in campagna: adattamenti e trucchi pratici
La vita in campagna obbliga a soluzioni ingegnose. Gli almogavari sfruttavano le corde per stringere le gonelle, improvvisavano mantelli con pelli di lana e usavano borse a tracolla per conservare gli alimenti. L’uso di pelli come grembiuli o rinforzi in zone molto soggette a sfregamento è frequente.
Un altro adattamento: la sovrapposizione di capi leggeri per ottenere isolamento termico senza perdere mobilità. Questa tattica serve sia in zone fredde di montagna che in campagne più temperate.
Comparativa: materiali e rendimento
Materiale | Vantaggi | Limitazioni |
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Lino | Traspirante, buono in estate, facile da tingere | Si stropiccia, meno isolante al freddo |
Lana | Eccellente isolamento, resistente all’acqua leggera | Più voluminosa, può pizzicare |
Cuoio | Durevole, protegge da sfregamenti e tagli superficiali | Pesante, richiede manutenzione |
- Lino
-
- Uso: calzoni, gonelle leggere
- Pro: fresco e maneggevole
- Lana
-
- Uso: calze, mantelli, fodere
- Pro: isolamento termico
Armi e accessori: come completano l’abbigliamento
La scelta dell’arma condiziona il modo di portare i vestiti. Un cortel o coltell a lama corta si porta alla cintura; l’azcona (lancia corta da lancio) necessita di una cintura robusta e spazio per essere estratta rapidamente. Non è conveniente portare scudi voluminosi se si cerca la mobilità.
Se rappresenti un almogavaro in movimento, tieni presente che i vestiti dovevano permettere di recuperare un’arma rapidamente e cambiare direzione senza impigliarsi.

Cura e invecchiamento autentico dei capi
Affinché un capo sembri usato in campagna, evita lavaggi impeccabili. Utilizza tecniche di invecchiamento: strofinare con terra tinta, cucire toppe con filo spesso e lavorare i bordi per simulare l’usura. Non superare il limite: il capo deve essere credibile, non deteriorato fino all’incomodità.
Errori comuni nelle ricreazioni e come evitarli
- Non usare materiali sintetici brillanti: il poliestere moderno rompe l’atmosfera storica.
- Evitare cuciture moderne con finiture visibili a macchina.
- Non mescolare elementi di alta nobiltà con capi contadini.
- Non incorporare accessori anacronistici (fibbie moderne, cerniere).
Risorse documentali e come interpretare le fonti
Le cronache di Muntaner e Desclot sono pietre angolari; le rappresentazioni pittoriche e le illuminazioni apportano forme e proporzioni. Interpreta sempre con cautela: l’iconografia può idealizzare e le testimonianze letterarie semplificare. Corrobora con reperti archeologici e con lavori sull’abbigliamento medievale per aggiustare tagli e cuciture.
Esempi reali e proposte di abbinamenti
Di seguito ti propongo tre abbinamenti tipo che servono da guida per diversi climi e livelli di storicità.
- Base da campo: calzone di lino, calze di lana, gonella fino alla coscia, abarcas, crespina imbottita, cintura con fodero per coltell.
- Campagna fredda: calzone e calze di lana, gonella foderata, grembiule di pelle nella parte frontale, coperte di lana per la notte, abarcas rinforzate.
- Ricreazione dell’epoca bizantina: incorporare il calzone corto di pelo (beduini) come dettaglio d’epoca, aggiungere elementi leggeri di influenza orientale rispettando sempre la storicità.
Replica e capi correlati
Se desideri vedere pezzi ispirati a questi riferimenti, cerca riproduzioni basate su modelli medievali, confezionate in lino, lana e cuoio autentico. Evita versioni eccessivamente ornate o che mescolano materiali moderni. Ricorda che la coerenza storica privilegia sempre la verosimiglianza rispetto all’estetica contemporanea.
Camicie medievali
Pantaloni medievali
Calze medievali
Calzoni medievali
Osservazioni finali che ti aiuteranno a migliorare la tua ricreazione
La differenza tra una ricreazione credibile e una mera estetica risiede nei dettagli: la forma del rammendo, la disposizione delle cinghie, la lunghezza precisa della gonella e la coerenza dei materiali. Importa anche la storia che accompagna l’abbigliamento: spiegare perché un rammendo è lì o perché è stato scelto un certo colore aggiunge vita al pezzo.
Un ultimo ricordo: gli almogavari non combattevano per lo splendore della loro armatura ma per la rapidità dei loro passi e la resistenza dei loro vestiti. Riprodurre questo è, in essenza, comprendere la loro anima.
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