La parola Samurai viene dal VIII secolo e non era applicata a un carattere marziale, ma si riferiva semplicemente ai servitori domestici che si occupavano degli anziani, e che poi mutò a un aspetto militare a partire del XII secolo, quando il suo significato si riferisce al comportamento, metodo e apparenza di un’elite militare. La spada si relazionò quindi al Samurai in un misto di fantasia e realtà, e le loro storie sono state protagoniste di racconti e film.
Tutti i samurai quindi dovevano essere pronti per scendere al campo di battaglia con le loro armi ed armature, a cavallo oppure a piedi. Oltretutto, certi samurai scendevano al campo di battaglia con le proprie truppe al servizio del proprio padrone, a seconda del feudo e della sua ricchezza. In questo modo, il reclutamento delle truppe necessarie era compito dello stesso samurai. Quando bisognava organizzare un esercito, si indicava la data e il luogo per procedere con delle prove. Arrivando al luogo accordato, marciavano per poi presentarsi al castello e successivamente unirsi al resto dell’esercito.
La katana è l’arma più strettamente relazionata ai samurai e si considera “l’arma samurai”. Un samurai non abbandona mai la sua spada, nemmeno in tempo di pace. Il miglior regalo che poteva ricevere un samurai era una spada forgiata da un celebre maestro.
La forza impressionante della katana era dovuta alla sua lama curva, che faceva si che il taglio potesse addirittura passare le ossa del nemico. Visto che si impugnava con le due mani, il guerriero che usava questa spada si doveva posizionare in un angolo retto rispetto al nemico. I samurai non usavano nessuno scudo per proteggersi visto che la katana era un’arma difensiva e offensiva allo stesso tempo. Dovuto alla sua gran resistenza, poteva colpire l’arma del nemico per deviare un attacco e successivamente sferrare un attacco mortale. Dovuto a tutte queste caratteristiche, molti storici dicono che la katana era molto superiore alle spade disegnate dalle altre culture.
Nodachi significa spada da campo, è una grande sciabola a due mani, più lunga del tachi. Era usata dalla fanteria nel campo aperto, e si portava tra le mani, al contrario delle altre spade giapponesi che si portavano alla cintura o alla schiena. Visto il suo grande peso, il samurai doveva avere una grande forza fisica per usarla, soprattutto se si usava a cavallo. Inizia a vedersi nel campi di battaglia all’inizio del XVI secolo.
La naginata è l’arma più citata nel racconti samurai. Era strutturata da una lama montata in un manico di legno e il suo aspetto era simile a quello delle alabarde cinesi. La naginata era un arma versatile, visto che poteva colpire, pugnalare o tagliare il nemico.
Il bokken era la spada di legno usata negli allenamenti dei guerrieri.
Il tacho era un tipo di spada lunga e più ricurva della katana. È molto antica e fu l’antenato della stessa katana. Fu la prima spada forgiata in Giappone. Ha un aspetto molto elegante e per questo era usata dai guerrieri dei ranghi più alti e più formati.
Lo wakizashi era una sciabola corta, ma non così corta da considerarsi un pugnale, ha una lunghezza che va dai trenta ai sessanta centimetri e il filo è molto fino. Era l’arma difensiva dei samurai e si usava quando non era disponibile la katana. I samurai portavano un wakizashi con se dappertutto, essendo sempre vigili.
Il tanto era il pugnale di difesa, aveva un solo filo e la lama era lunga dai quindici ai trenta centimetri. Si usava per il rituale dell’harakiri o seppuku (taglio del ventre) sostituendo quindi il wakizashi.
Lo iaito veniva praticato dai samurai nel loro processo di formazione e destrezza mentale ed era essenziale per allenare la loro velocità in battaglia e quindi non dare il tempo ai nemici di attaccare. Lo iaito è simile alla katana però la lama non è affilata.
Il nagamaki fu popolare tra il XII e il XIV secolo. Al giorno d’oggi è un oggetto raro da collezionismo e poche arti marziali insegnano la tecnica con quest’arma. Non ci sono regole ferree sulla produzione del nagamaki a contrario del wakizashi, del tanto e della katana che dovevano seguire delle regole di fabbricazione.
La shirasaya era una lama curva incastonata in un palo in legno che fungevano da impugnatura (tsuka) e vaina (saya). In questo modo la lama aveva un protezione speciale nei momenti di pace o quando veniva usata meno.
I sai erano degli attrezzi agricoli che si convertirono in arma. La loro forma è quella di due pugnali senza filo ma con la punta. Il sai aiutava la posizione e l’equilibrio del guerrieri, oltre alla flessibilità delle due mani, polsi e avambracci.