La parola ninja in lingua giapponese significa tattica di guerra e non arte marziale, una tattica dove predomina silenzio. L’origine dei guerrieri ninja risale tra il 500 e il 300 a.C. come una adattazione ai precetti cinesi stabiliti nel capitolo 13 del libro “L’arte della guerra di Sun Tzu”, che parla di spie e i loro metodi di spionaggio, che posteriormente si tramutarono in una vera e propria filosofia, così come il codice di condotta chiamato Ninpo, fino al VI secolo, quando le tecniche di spionaggio furono introdotte in Giappone. A partire dal XV secolo, i ninja, come membri di una organizzazione, erano allenati esclusivamente per lavori di spionaggio e assasini segreti.
Il ninja si allenava nell’uso di esplosivi e veleni, oltre che alla sopravvivenza all’aperto. Il suo adattamento fisico era vitale, visto che erano addestrati per poter scalare muri di castelli come dominare le arti marziali, con armi o senza. Sin da piccoli i giovani ninja dovevano assimilare il concetto della morte e perdere la paura di morire, visto che era dovuta dalla natura dell’uomo e visto che rischiavano ogni giorno la loro vita.
Dentro alle distinte organizzazioni ninja, alcune donne erano addestrate a realizzare lavori di spionaggio e riconoscimento, conosciuto come Kunoichi. Queste donne guerriere erano esperte nella difesa personale senza armi e con armi per difendersi dalla superiorità fisica dell’avversario.
L’arma più importante per un ninja era la tipica sciabola Ninjatō o Shinobigatana. Ovviamente utilizzavano moltissime armi, tra le quali:
Gli Shuriken o stelle ninja sono le loro armi più identificative.
Corda con tre punte di metallo per arrampicarsi, chiamata Kanigawa.
Esplosivi.
Veleni e antidoti.
Bō, e bastoni vari.
Diversi aculei conosciuti come Bō-Shuriken.
Cerbottane e frecce velenose chiamate Fukiya.
Nocche di metallo conosciute come Shuko, anche se potevano essere ganci di metallo conosciuti come Tekagi, per graffiare l’avversario.
Catene con un peso giratorio chiamate Kyoketsu Shoge.
Granate al magnesio.
Bombe di fuomo chiamate Endan, o accecatori chiamati Metsubushi.
Acueli che lanciavano per terra e verso il viso del nemico, che prendevano il nome di Tetsubishi.
I Kama, falcetti che preventivamente erano usati nel settore agricolo.
La Kusarigama, che era una falce unita ad una catena e che a sua volta era unita ad un peso di metallo.
La kusarifundo, una catena con pesi agli estremi, usata per attaccare, bloccare, avvolgere o agganciare.
Yumi, archi comuni costituiti da un’unico pezzo o archi piegabili di dimensioni molti minori rispetto a quelli usati più comunemente.
La principale tecnica o arte marziale che i Ninja usavano senza l’uso delle armi era il JuJutsu; Alcune scuole perfezionarono metodi specifici, come il Ryū Guokku, che face nascere il Yubijutsu, che consisteva nell’uso del pollice e del resto delle dita per colpire i punti vitali del corpo umano. Un’altra scuola, la Ryū Koto, si specializzò nel Koppo, che si concentrava nella rottura delle ossa dell’avversario.
Tra le serie manga con tematica Ninja la più importante è Naruto, creata da Masashi Kishimoto, e portata anche nel mondo Anime. Il manga parla della storia di un Ninja adolescente chiamato Naruto Uzumaki e fu pubblicato per la prima volta nel 1999 nel numero 43 della rivista Shōnen Jump in Giappone.